LA RINASCITA
26 Ottobre 2020
Concedetemi ‘sto post autocelebrativo, dai, stamattina ne ho voglia.Il mese scorso ero praticamente sul letto di morte; ieri ho fatto il primo concerto post covid senza particolari scossoni: mi sa che l’ora della mia dipartita musicale non è ancora giunta!Imbracciare il violino mi regolarizza la respirazione, che è accorciata a causa della ridotta capacità polmonare, ormai irreversibile; azionare i soliti meccanismi di controllo strumentale mi aiuta tantissimo. E poi fin da piccolo mi hanno educato a sfruttare ogni risorsa psicofisica, così in palcoscenico riesco a mantenere alta la concentrazione anche nei momenti di oggettiva difficoltà.È capitato quando ho dovuto affrontare il periodo delle terapie per il melanoma, è capitato dopo l’ictus e la perdita del lato sinistro della mia faccia ed è capitato anche ieri. Sotto questo aspetto gli insegnamenti di Michele Auclair sono stati davvero strepitosi: come trasformare un relitto in una nave da guerra.Ollà.(Devo dire la verità, durante lo strimpellamento ero più preoccupato per mia moglie che, ancora convalescente e psicologicamente provata dalla bruttissima malattia, ha avuto il fegato di assistere a un concerto emotivamente rischioso. Ho temuto che non reggesse lo stress e invece ha addirittura scattato qualche foto: son contento, pian piano si sta riprendendo anche lei).