LE DECISIONI

© Domenico Nordio-DNC, 2022
IL LIBRO NERO
DI UNO STRIMPELLATORE
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Diventare un uomo migliore:
la mia più grande illusione.
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LE DECISIONI

Domenico Nordio
20 Ottobre 2020
Può un direttore artistico privare il suo pubblico dell’ascolto di grandi artisti, solo perché non gli piacciono? Ne ha moralmente il diritto?

Per dire. Tempo fa, da ideatore di un festival musicale, proposi ad un organizzatore del triveneto la circuitazione del Pogorelich dell’epoca d’oro, con in programma Scarlatti: se ci fossimo accordati avremmo potuto avere il recital a costi contenutissimi, praticamente a titolo gratuito, essendo il tour sponsorizzato da una grossa banca (erano altri tempi, davvero).
L’organizzatore triveneto rifiutò sdegnosamente, scandendo un “Fin quando deciderò io Pogorelich qui non ci metterà piede” che sta ancora facendo tremare i muri. Il direttore artistico alla fine optò per Ugorski, che sì, ok, non era proprio la stessa cosa, pensai, e che gli costò un botto.
Ma non è questo il punto.
Non so se gli abbonati di quella stagione seppero dell’occasione gettata alle ortiche: chi paga un biglietto è bene che non conosca tutti i retroscena delle scelte artistiche, altrimenti sarebbe colto da orticaria diffusa. So però che ad oggi, passati decenni, il pianista (che è oggettivamente geniale, sia o non sia di nostro gradimento) in quel posto non ci ha ancora suonato: il teatro è gestito sempre dallo stesso responsabile, che nel frattempo ha scritturato meravigliosi concertisti, ma anche musicisti di dubbissima qualità.



Soprattutto: non so quanto i frequentatori di quella sala possano essere felici di non aver mai sentito Pogorelich dal vivo.



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