Il libro nero di uno strimpellatore - Domenico Nordio

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Domenico Nordio

il libro nero di uno strimpellatore


IL SANTONE
pubblicato il 15.11.2024

Esistono due possibilità: far finta che il problema non esista, tranne poi pentirsi amaramente della scelta, che magari rischia di rovinarti la vita, o provare a metterci una pezza, giusto per non avere rimpianti. Ho scelto la seconda via e l'ho fatto perché vorrei vedere tutti e quattro i miei figli sistemati, senza finire io in tomba prima del tempo; l'ho fatto perché non è giusto che gravi sulla mia famiglia da invalido; l'ho fatto per me, dato che non è che mi dispiaccia non finire in ospedale di continuo.

E allora ok ad una vita con la mascherina, per non infettare i miei debolissimi polmoni. Mascherina quando incontro gente, quando passeggio il sabato mattina per le vie di Asiago (non quando respiro a pieni polmoni fra i miei amati boschi: fraglie, certo, ma non ipocondriaco), quando viaggio, quando mi capita di sedere sulla cattedra di un'aula di conservatorio (gli studenti, grazie a Dio, il più delle volte comprendono le mie difficoltà, indossando la protezione a loro volta). Mascherina sempre. Mascherina pure quando suono, perché si sa mai, qualche orchestrale potrebbe essere affetto da una polmonite di comunità senza saperlo; oppure qualcuno del pubblico, seduto in prima fila, tossendo, potrebbe passarmi qualche microrganismo bastardo, quello che normalmente si chiama virus. In concerto gli spettatori mi squadrano incuriositi, quasi sconcertati: amen, mica mi presento con un bazooka in mano, o in mutande, come se fossi sulla spiaggia di Ibiza. E difatti il brusio che accompagna la mia calata in palco sparisce magicamente alla prima nota emessa.

Seminascosti da quel lembo di tessuto, si osservano gli eventi con maggiore attenzione. Vuoi perché parlare, facendosi capire, è più complicato; vuoi perché ogni smorfia del viso è difficilmente interpretabile, anche quando scoppi in una irrefrenabile risata di scherno. Si rivaluta il silenzio, l'ascolto diventa prezioso, e aumenta il peso di ogni singola parola, che diventa quasi una sentenza.

Vi suggerisco caldamente di provarci, pur non essendo immunodepressi e non rischiando la pelle ad ogni raffreddore. Con la mascherina tutto rallenta, l'orizzonte si schiarisce, le riflessioni sono più profonde. Vi sentirete dei santoni, da non crederci. E poi potrete mandare letteralmente in malora gli sparatori di cazzate e i volgari sputasentenze ad minchiam (sempre più infestanti, mi par di capire), senza rischiare la reazione degli idioti, che non riusciranno a percepire il vostro pieno, rotondo, soddisfatto vaffanculo.

Volete mettere?


©DNC, 2024
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